di Simon Larocca
07/08/2025
Il richiamo della paura è quasi irresistibile, attraente e disturbante allo stesso tempo, così come può esserlo il canto di una sirena omerica. E di sirene che inquietano, mentre si vaga nella nebbia che ammanta una città entrata nella leggenda dei videogiochi, ne sentiamo tutti la mancanza.
Ovviamente non mi riferisco alle splendide creature per metà pesce che si nascondono subdolamente tra i flutti oceanici, bensì al suono spaventoso e costante che annuncia lo spostamento dimensionale dalla nostra realtà a quella dell’Otherworld.
Tredici anni dopo l’ultimo capitolo, Downpour, ecco che arriva l’annuncio che tutti noi fan di Zio Tibia (ve lo ricordate?) stavamo aspettando: il 25 settembre Konami diraderà le nebbie dell’incertezza e svelerà finalmente il nuovo atto, dal titolo Silent Hill F, un titolo che genera caterve di domande e fa crescere l’hype a livelli stratosferici. Siamo davvero pronti ad armarci di radiolina scova-demoni e torcia per affrontare l’ignoto?
Al momento gli screenshots diffusi e le prime immagini in generale del gioco sono state estrapolate quasi tutte dal trailer ufficiale, dove vediamo comparire per la prima volta una studentessa giapponese con la classica divisa scolastica degli Anni Sessanta, Hinako Shimizu, protagonista di questa nuova iterazione del franchise ideato nel 1999 da Keiichiro Toyama.
Dopo averci fatto assistere a un breve scambio di saluti tra lei e una compagna di classe, il trailer ci conduce con efferatezza dentro stanze dalle mura chiazzate di sangue e orridi presagi di morte dentro e fuori le case della cittadina in cui è ambientato il gioco.
Ed ecco la prima sorpresa: almeno all’inizio, muoveremo Hinako in una piccola città chiamata Ebisugaoka e non l’iconica Silent Hill del titolo. Scelta, questa, coraggiosa ai limiti dell’inconscienza considerata l’attrattiva e la fascinazione che riveste il luogo nel quale sono ambientati gli altri giochi della serie, l’epicentro del male che è diventato a sua volta protagonista della saga tanto quanto i personaggi che a turno hanno ricoperto il ruolo di attori principali.
La tradizione che ci vede alle prese con orrori che vanno al di là di ogni comprensione umana, visti con gli occhi di persone comuni e non eroi armati fino ai denti viene rispettata: così come l’indimenticabile Harry Mason del primo titolo e il burbero camionista di Origins, la studentessa delle superiori Hinako si distingue per ora solo per il suo aspetto volutamente kawaii e la sensazione di fragilità costante che, fin dal trailer, ci si cuce addosso come una seconda pelle, ancor prima di mettere mano al joypad.
Al contrario di Resident Evil, che ha sempre puntato su picchi di adrenalina e sanguinolenti jumpscare grazie a non-morti geneticamente modificati e creature da incubo derivate da aberrazioni pseudo-scientifiche, Silent Hill gioca su un piano più sottile, riempiendo la barra interiore dell’ansia con traumi sempre più impattanti a livello psicologico. Tornerà a collaborare con Konami, dopo anni di silenzio, persino il geniale compositore musicale originale della serie, Akira Yamaoka, come se la grande K volesse ricucire un filo diretto, ovviamente rosso, con gli albori della saga.
Silent Hill F si porta ai blocchi di partenza con molte aspettative e promesse, il ritorno alle origini dell’orrore implacabile trasmesso da inquadrature studiate a tavolino, creature dalla camminata disarticolata e agghiacciante, così come le musiche avvolgenti e gelide paragonabili alla carezza nel buio di qualcuno, o qualcosa, che non puoi vedere.
Perché il bello di Silent Hill non è ciò che ti terrorizza quando ti appare davanti agli occhi.
È il respiro sommesso che ti soffia sul collo, mentre tremi senza controllo e la nebbia sale, fino ad avvolgerti totalmente. Il 25 settembre questa nebbia si diraderà e Silent Hill F sarà tra noi.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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