
di Simon Larocca
17/10/2025
Un Eroe e la sua spada.
Una Principessa e la sua leggenda.
Gli zoccoli scalpitano su una terra assediata dal Male, il velo del tempo disvela magie, antiche profezie occulte e rupie sonanti tintinnano sui banconi di legno pregiato dei negozi: il bianco Natale del 2006 era ormai nell’aria e The Legend of Zelda: The Twilight Princess fece centro nei nostri cuori con un colpo di polso su Wii, diventando ufficialmente il gioco di lancio della console, e niente fu più come prima.
La saga di Zelda affonda le sue radici agli albori di Nintendo, quando la battaglia, quella sì che fu leggendaria, tra la grande N e Sega spopolava nei discorsi sui banchi di scuola e in televisione: nel 1986 Miyamoto lanciò un rpg dal concept semplice e allo stesso tempo multistrato.
Link, eroe silenzioso e archetipo funzionale per qualsiasi approccio all’avventura di qualsiasi giocatore, in cerca della TriForza, elemento magico che gli avrebbe concesso di salvare il suo mondo, Hyrule, sconfiggendo Ganondorf, il cattivo per eccellenza destinato a ritornare sotto molte vesti e sempre più grosso e implacabile.
Zelda, la bellissima principessa da salvare nelle prime iterazioni della serie, diventò via via più tridimensionale, acquisendo un ruolo molto più centrale nella sfaccettata timeline della saga: fu così che si arrivò a Twilight Princess.
Hyrule viene soggiogata dal Re del Crepuscolo: questo significa che inizialmente la missione di Link sarà quella di liberare Zelda da una maledizione terribile, per poi redimere Hyrule dal buio in cui è stata gettata e far trionfare così le (tri)forze del Bene.
Essendo lui il Campione per antonomasia ed eroe dai silenzi che valgono mille parole, dovremo esplorare in lungo e in largo, a piedi o a cavallo (e molti di voi staranno già correndo con i ricordi sulle pianure conquistate molti anni prima, la mente accarezzata dalle dolci note di un’ocarina indimenticabile), grazie all’ausilio del Wiimote impugneremo letteralmente la spada di Link per sconfiggere i numerosi scagnozzi che si frapporranno tra noi e la vittoria finale.
Considerato il seguito spirituale, non a caso, di Ocarina of Time, Twilight Princess difatti riprende alcuni elementi del predecessore tessendo delle connessioni di trama tra il passato e il presente: il dualismo tra mondo di luce e mondo di tenebre, perno centrale attorno al quale Link dovrà destreggiarsi per permettere al primo di trionfare e al secondo di svanire, sembra proprio voler ricalcare la natura duplice di un titolo che, a seconda della prospettiva che si adotta per viverlo, rivela facce nascoste di una medaglia luccicante di magia, in pieno stile Nintendo.
Una delle caratteristiche peculiari della saga è la connessione tra i vari giochi che, lungo l’arco teso del tempo, si sono avvicendati su ogni console Nintendo: dal GameBoy al Nes, passando per Snes, GameCube e Wii con sua sorella WiiU, Zelda ha creato un vero e proprio universo fatto di storie che si intrecciano, personaggi che ritornano e non sempre nella stessa forma: gli anelli di congiunzione di questa splendida avventura ad ampio respiro sono Zelda e Link, punti fermi nello spazio-tempo, come direbbe il Dottor Who.
Il grado di immersività che permette Wii con la sua tecnologia di puntamento, all’epoca, fu una rivelazione: la combinazione di pulsanti sensibili al contesto rende l’esperienza di gioco all’inizio macchinosa (punta la roccia, scocca una freccia, colpisce il nemico, ma prima aggancialo, ecc), ma una volta prese le redini si dipanerà davanti a noi una storia stupenda: esplorare Hyrule non è mai stato così soddisfacente.
I nemici reagiscono al comportamento che assumeremo in loro presenza e non saranno più così passivi come in alcuni giochi precedenti, ma il bello di tutto questo è che The Twilight Princess mantiene l’essenza dell’Avventura con la A maiuscola: dungeon con segreti da scoprire e nemici a ogni angolo, oggetti da raccogliere e rupie con le quali potenziare l’equipaggiamento e infine un boss da mettere al tappeto.
È proprio vero: ogni gioco ha una storia, ma solo uno è leggenda.

Pro
Titolo che eccelle in ogni suo comparto: grafico, sonoro, tecnico. Tutto sembra essere al servizio di un’esperienza di gioco memorabile
Dinamiche nuove per avventure classiche: le meccaniche trasudano storia e rispetto per la saga, ma le innovazioni grazie al Wiimote alzano l’asticella verso nuove vette
Midna, un personaggio destinato a elevarsi fin dalla sua prima apparizione e che non dimenticherete
Contro
Essendo un gioco sviluppato per essere la killer application per Wii all’alba della sua storia, non tutti potrebbero amare la modalità di controllo tramite Wiimote, che a conti fatti è parte integrante del fascino di Twilight Princess
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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